mercoledì 11 novembre 2009


Presentazione mostra personale di pittura Bassano del Grappa 07.11.2009

Presso la Galleria Scrimin


Il grande scrittore asiaghese Mario Rigoni Stern direbbe che scrivere è “cavar parole”, dipingere sicuramente è “cavar emozioni” è quello che noi stasera cercheremo di cogliere da questa personale di Alessadra Zaltron che torna al pubblico bassanese dopo un certo periodo, un periodo che è servito a lei a maturare le sue espressioni artistiche, a cogliere nell’arte nuovi valori, nuove emozioni.
L’incontro che stasera cerchiamo di avere con l’arte, con la pittura di Alessandra è un tentativo di cogliere storie di pensieri e di passioni.
Emozioni, dicevo, sentimenti raccontati, descritti da una mano ferma, da una mente lucida, da un’artista che si è davvero maturata nel corso degli anni, che ha saputo cogliere nella sua esperienza creativa anche dai maestri che ha incontrato, dai suggerimenti che ha avuto una crescita nella espressione artistica, nella espressione pittorica, questa ricerca di felicità che passa attraverso una libertà interpretativa. (Io vi lascio poi qualche accenno critico, perché anch’io ho riflettuto incontrando la pittura di Alessandra e ho cercato di cogliere quelle che sono le emozioni che a me ha dato la attenta osservazione di questa sua ultima produzione artistica.)
Non c’è antitesi in questo apparente contrasto di astratti e ritratti, il titolo che abbiamo voluto dare a questa personale. Questa personale che è stata una ricerca delicata ma forte di approfondimento, di sguardi, immagini, di sentimenti attraverso i volti attraverso le figure e nello stesso tempo che è stato un approfondimento di quella che è una tecnica pittorica abbastanza innovativa, sicuramente nuova nella storia personale di Alessandra Zaltron.
Questo profilo d’ artista che siamo riusciti a cogliere appunto seguendo la trama pittorica ma seguendo anche la storia evolutiva dell’arte interpretata da A., in questa lezione di vita, in questa lezione di interpretazione che va attraverso una tecnica che si rifà un po’ alla macchina dell’ottica, alla fissità delle immagini a questo incontro di sguardi che davvero ci partecipa quello che c’è dentro quello che c’è all’interno della mente, del cuore, per passare poi a quella interpretazione degli astratti dove si coglie anche una intensità emotiva , dove si coglie una forza quasi musicale espressa da questa spatola, da questa mano robusta che va ad interpretare suggestioni , paesaggi atmosfere che parlano a ciascuno di noi in forma diversa, perché la grande validità dell’arte è appunto quella di riuscire a cavare emozioni , a ricavare in una interpretazione dell’arte attraverso tutti i sensi, di ricavare i sentimenti i valori quasi onirici di questa pittura. Di questa pittura coraggiosa che sa andare oltre la entità del ritratto sa arrivare attraverso il fluire dei colori, in questo gioco possente soprattutto di intensità luminose, in questa maestria che deriva dall’esperienza , che deriva dalla capacità di ritrarre alla capacità di indurre il pensiero a correre, di passare attraverso le emozione che la interpretazione della luce offre e se guardate soprattutto ai quadri astratti che avete alle vostre spalle potete davvero cogliere questa emozione profonda. Ci sono le suggestioni della musica delle tonalità musicali che vanno dalla sinfonia al bolero al crescente ritmo di Ravel fino alle emozionanti emozioni che l’eros interpreta nelle musiche sud-americane. A. mi raccontava che molti di questi quadri sono stati appunto dipinti ed esprimono proprio anche quel sottofondo musicale che accompagna la sua mano che accompagna la sua mente nell’interpretazione dei colori nella descrizione delle luci , nella solarità del suo racconto artistico. La bellezza di questa mostra è proprio la capacità che ha questa gioiosa esposizione di stimolare le nostre sensazioni di stimolare le nostre passioni, di apprezzare la mano ferma con cui si disegna un tratto nei ritratti con cui si dà forza espressiva agli occhi, agli elementi del volto, al racconto che attraverso questi ritratti possiamo cogliere della vita di ciascuno di noi fino alle profondità di questo astrattismo che parte dal cubismo ma va verso interpretazioni che ognuno di noi è in grado di cogliere a modo suo . E’ questa la grandezza, la validità , la ricerca della bellezza e per dirla col Faust di Goethe che chiede all’attimo dell’estasi “fermati” anche noi stasera diciamo all’estasi che ciascuno di noi può cogliere ammirando le opere di Alessandra “fermati” perché la bellezza salverà il mondo.


Giandomenico Cortese

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